La silloge che segue costituisce il libro d’esordio di Andrea T. Dalfrano, preparato alla lontana da una ventina di liriche presentate sulla rivista fiorentina “Caffè Michelangiolo” nel 2000 (Anno V n. 3, pp. 24-25). Si tratta innanzitutto di una poesia civile e politica. L’autore si presenta alla ribalta con toni accesi, sdegnati e al contempo disillusi, agitando temi di ribelle contestazione, fra la militanza e lo sfogo, ma atteggiati in una forma ‘tranquilla’, semplice, studiatamente sorgiva. Il versificare è piano e musicale, le rime – occasionalmente insistite – sono semplici, le immagini non sdegnano talora premeditate derive oleografiche, e le metafore corteggiano provocatoriamente il luogo comune.